27 gen 2010

Una nobile follia di Ugo Igino Tarchetti

Uno che si chiama Ugo Igino per sua scelta non poteva che fare un libro cacofonico. Tre personaggi narranti di cui due totalmente inutili. Tre donne morte che però sono sempre la stessa: la madre morta - Margherita, la ragazza orfana con cui starà insieme per svariati anni senza mai consumare, che ama perchè gli ricorda la madre morta e amerà ancora di più quando pure lei se ne va finalmente al Creatore - infine Teresa, la ragazza del suo unico amico, su cui inizia segretamente a masturbarsi, ma siccome l'amico gli ha rimboccato le coperte per mezzo lustro decide bene di non violarla e si toglie la vita per lo sconforto. Il passaggio peggiore: durante il servizio militare il nostro piagnucolone frigna probabilmente per un desiderio incoffessabile di infilarsi nella brandina dei commilitoni. In definitiva la storia di un pazzo raccontata da uno che aveva appena finito di leggere Baudelaire. Unica nota positiva qualche frecciatina prudhoniana al socialista De Amicis che nei Bozzetti difendeva la vita militare come divertente campo scout per giovani gai che volevano viaggiare gratis. Da non leggere.

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